Modi per dire in silenzio
Kierkegaard sosteneva che se avesse praticato la medicina avrebbe posto rimedio ai mali del mondo creare silenzio per l'uomo. Non è strano che abbia cercato una droga di questa natura, colto di trovarsi davanti alla soglia di un tempo ineguagliabile nella produzione di un rumore fisico, ma anche mentale, un clamore che attacca la quiete acustica e il non desiderio.
Il vero silenzio non è necessariamente nella lontananza, ma, con probabilità, nell'intuizione di un al di là del linguaggio
Ma la fuga da ciò che è tumultuoso, da ciò che è vertiginoso, la fuga a volte esasperata verso un silenzio che ci permette di ricomporci, di credere, senza ulteriori indugi, che sia possibile accedere a un paesaggio beato e innocente in cui dimorare e non essere giudicati, in quanto non si deve rendere conto di niente e di nessuno, può portare in terre inospitali, ingannevolmente calme: questo tipo di esodo spesso spiega la proiezione di un senso oscuro di individualità, un'individualità che non vuole più – né può – ascoltare tutto ciò che non viene dall'esterno. commettere una fugalasciarsi alle spalle la città, dove Huxley credeva che fosse nato lo spazio dove il miglior sistema crea il tumulto per alienarci con metodica privazione del silenzio, non assicura l'avvicinamento di questa natura concepita come immagine di saggezza, ordine naturale e scena dove il tempo e le passioni muoiono, purificando la natura, "creatrice e increata", evocata dallo scozzese Erigena all'inizio del Sulla divisione della natura.
Il vero silenzio non è necessariamente nella lontananza o nella nebbia di un abbeveratoio o in una stanza sorda, ma, presumibilmente, nell'intuizione di un al di là del linguaggio, in questa "zona posteriore dell'intelligenza" di cui parlava. e nei domini dove l'ego perde il suo fondamento. È allora che il silenzio si ferma, ordina, crea e dissolve.
Se gli antichi latini distinguevano stai tranquillo a partire dal stai tranquillo Questo perché il primo termine significava l'espressione di serenitàdi nessun movimento, un silenzio senza oggetto apparente, impersonale. Stai tranquillo Indicava invece un silenzio “attivo”, una volontà che ricercava piuttosto la disciplina del non parlare per regolare, o per così dire, cancellare le dissonanze prodotte da tutto ciò che circonda l'essere umano. Hanno usato due diverse dimensioni, come ad esempio jamoosh (tacere) e il così vecchio (silenzio) Persiani, o al lavoro e il Sheq Ebrei. Mentre in sanscrito si chiama "silenzio". maunarispettarlo rigorosamente è noto come maunavratta. Stai tranquillo è lui sorso Greco; stai tranquilloil Seguire indica qualcosa di più della concentrazione per ottenere un fine, il riposo necessario per leggere o prestare più attenzione alla voce degli altri. Il silenzio è il verbo che riconosce l'immobilità, la parte ferma di ciò che non si ferma, un abbandono del desiderio, il canale del distacco. Per questo, nel linguaggio della spiritualità, è stato associato ad un atteggiamento mistico, mentre stai tranquillo Era legato principalmente a una volontà ascetica.
Il silenzio nasconde un duplice beneficio che riguarda il nostro favore e quello degli altri, poiché tacendo ci offriamo noi stessi senza linguaggio, senza interferenze.
Benedetto da Norcia, che visse a lungo recluso in una grotta nei pressi di Subiaco, non lontano da Roma, formulò le leggi monastiche che presero forma nel Regola dei monaci in seguito scrisse a Montecassino, in cui usò la parola "taciturnità" (il silenzio) come indicazione del ricordo durante il giorno. Dopo la preghiera, già in piena notte, consigliava ai membri della comunità di applicarsi al silenzio (I monaci dovrebbero studiare il silenzio in ogni momento), e così, una volta terminata la permanenza all'oratorio, facilitarne l'ingresso nel grande silenzio. Proprio così, capito il silenzio come silenziosa lode «di Colui che tutto creò», è possibile accostarsi al nome infinito, così come l'avevano concepito alcuni Padri della Chiesa, tra cui Clemente Alessandrino e Gregorio di Nissa, per i quali il silenzio premia l'anima con la purificazione. Secoli dopo, nel Medioevo, San Bonaventura, esortando al ritiro interiore La vita perfetta per le sorellenel quarto dei suoi capitoli, Di silenzio e silenziocommenta che l'uomo, quando tace, riflette sui suoi modi (Quando un uomo tace, pensa ai propri modi), anche se se vuoi raggiungere la più alta perfezione, devi aiutarti, cosa necessaria, dalla virtù del silenzio (la virtù del silenzio).
È significativo che il termine taciturnovale a dire, colui che tace, verrebbe ad acquisire nel passato una connotazione peggiorativa, equiparata a chi ha uno stato d'animo cupo e inconciliabile, ma soprattutto uno che è astuto e ruminante. Non si tratta di chi si rifugia nella taciturnità per sondare il pensiero, come Socrate, o per il rimedio o la consolazione dell'anima, come sant'Ambrogio, e neppure per ascoltare chiaramente la voce divina - come in sant'Agostino - né semplicemente colui che aveva taciuto a lungo (silenzio di lunga durata), come scrive Isidoro etimologie, ma a chi non verbalizza il mondo e non comunica, cioè a chi non si rende accessibile con le parole. In ogni caso, il silenzio nasconde un duplice vantaggio che riguarda il nostro favore e quello del prossimo, poiché tacendo ci offriamo senza linguaggio, senza interferenze.
Questo è un frammento di "Non soffrire per la compagnia". Scritti mistici sul silenzio' (scogliera), di Ramón Andrés.