La Corte Suprema degli Stati Uniti annulla la legge pro-aborto

Con una decisione storica e una vera svolta verso il conservatorismo, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito questo venerdì (24) che la decisione nota come "Roe v. Wade", dal 1973, non sarà più obbedito nel paese.

Ciò significa che, in pratica, l'aborto non è più considerato un diritto costituzionale garantito alle donne americane. Questo è il più grande cambiamento nella legge in materia in oltre 40 anni.

D'ora in poi, a meno che il Congresso non agisca, le norme sull'interruzione della gravidanza dovranno essere definite individualmente dagli Stati, con almeno la metà di esse già approvate o che dovrebbero approvare regole rigide che vietano l'aborto.

“Roe ha sbagliato palesemente fin dall'inizio. La logica era eccezionalmente debole e la decisione ebbe conseguenze dannose. E lungi dal portare una soluzione nazionale alla questione dell'aborto, Roe e Casey hanno infiammato il dibattito e approfondito il divario.

Sempre secondo l'ordinanza, sebbene la Due Process Clause del 14° emendamento possa garantire diritti che non sono esplicitamente menzionati nella Costituzione, essi devono essere “profondamente radicati nella storia e nella tradizione della nazione”, e “il diritto all'aborto non non rientrare in questa categoria”.

Oltre al giudice conservatore Samuel Alito, nominato da George W. Bush nel 2005, i tre giudici deferiti alla Corte dall'ex presidente Donald Trump – Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett – hanno contribuito a comporre la maggioranza pro-life vincente.

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