Il "big bang" per i manichini (e altre teorie alternative)
Nel 1986, grazie all'Hubble Space Telescope e raffinando leggermente i calcoli che lo stesso Edwin Hubble aveva fatto nel 1929 grazie alla teoria della relatività di Einstein, un team di scienziati calcolò che l'età dell'universo variava tra 13,6 e 16,9 miliardi di anni fa. Se viaggiassimo indietro nel tempo di tanti anni, arriveremmo al momento della nascita del nostro universo. Tuttavia, cosa potremmo vedere allora? I cosmologi hanno cercato di scoprirlo, ma finora hanno solo teorizzato: rimane un mistero.
Una delle teorie più popolari è quella di Big Bang, che curiosamente nacque nella mente del prete cattolico George Lemaître. Fin dalla tenera età il belga aveva già mostrato un profondo interesse sia per la scienza che per la vita sacerdotale, due vocazioni che riuscì ad integrare nella sua vita dopo aver combattuto nella prima guerra mondiale dove, si dice, lesse la Genesi al contemporaneamente ai lavori. del fisico Henri Poincaré. Lemaître, oltre a dimostrare che l'universo non era statico, ma in continua espansione, fu il primo a parlare del 'teoria dell'atomo primordiale': Credeva che 13 miliardi di anni fa l'universo fosse un punto caldo più piccolo del nucleo di un atomo e che in una frazione di secondo si espandesse e si raffreddasse, provocando quella che chiamò "inflazione cosmologica". L'espansione ha poi continuato il suo corso, formando stelle, galassie e tutto ciò che sappiamo (e non sappiamo ancora).
Questa teoria è supportata da due prove principali. Il primo di questi è l'espansione costante, una realtà che ha portato scienziati e cosmologi a credere che un tempo l'universo fosse bloccato in un punto compatto. La seconda prova è 'radiazione cosmica di fondo a microonde', una radiazione scoperta nel 1965 da due ingegneri dei Bell Labs. Quest'ultima, che ricopre e circonda in modo uniforme ciascuna delle particelle dell'universo, è considerata come un ricordo – o un'eco – dei primi istanti in cui la luce e la radiazione apparvero nell'universo.
Sebbene il "big bang" abbia prove a sostegno della sua fattibilità, ci sono ancora domande senza risposta
La teoria originale dell'atomo, tuttavia, non si adattava bene all'astronomo inglese Fred Hoyle, che criticava l'idea del "big bang" (il significato letterale spagnolo di Big Bang) in una conferenza a BBC; paradossalmente, fu questa critica a battezzare il concetto come lo conosciamo oggi. Hoyle era un sostenitore del cosiddetto "modello di stato stazionario", una teoria originariamente nata nelle menti di Thomas Gold e Hermann Bondi e che lo stesso Hoyle fosse responsabile dell'espansione. Questa ipotesi considera che l'universo è sempre esistito e non cesserà mai di esistere; quindi, dicono, sembrava sempre lo stesso. La teoria considera l'universo in espansione, anche se sostiene che lo fa attraverso una costante creazione di materia che riempie gli spazi vuoti dell'espansione, che manterrebbe la sua densità. Con la scoperta delle radiazioni a microonde, la teoria declinò. Nonostante il fatto che alcuni astronomi vi si aggrappino ancora oggi, come l'astrofisico indiano Jayant Vishnu Narlikar, la teoria è stata del tutto respinta dalla comunità scientifica.
Alternative che la scienza deve ancora cancellare
Nonostante l'enorme importanza che Big Bang – virtualmente l'unica teoria dell'origine dell'universo che viene insegnata al liceo – supporta fino ad oggi, ci sono anche altre teorie alternative che la scienza ha accettato come possibilità. È il caso del “grande rimbalzo”, della “teoria della cosmologia ciclica conforme” o della teoria dell'“eterna inflazione” (o “multiverso”).
Condividono tutti lo stesso aspetto: hanno alcuni punti in comune con Big Bang. Il "grande rimbalzo", ad esempio, difende che l'esplosione non è stata tale, ma che è stato un rimbalzo: il passaggio da un vecchio universo a uno nuovo. Una semplice contrazione di qualcosa che è sempre esistito e cambia semplicemente ogni pochi milioni di anni. Qualcosa di simile vale 'teoria della cosmologia ciclica uniforme' di Roger Penrose. Presume che l'universo sarà assorbito ad un certo punto della sua storia da buchi neri che evaporeranno tutto il contenuto, lasciando come risultato un universo con infinite particelle di luce. Questo scenario, a cui Penrose si associa Big Bangsarebbe il punto di partenza di un nuovo universo.
Ci sono anche molte teorie al di fuori dei limiti della scienza, come quelle che vedono l'intero universo come un ologramma o una simulazione creata dai computer. Tuttavia, fino all'assoluta veridicità del Big Bang, anche questo continua ad essere un presupposto. La scienza, d'altra parte, è libera di scommettere su qualsiasi alternativa praticabile.