Ethic chiude il suo decimo anniversario con un numero sul futuro
"Che ci sia una politica di confronto sul cambiamento climatico è ridicolo", difende l'ex primo ministro Felipe González nell'intervista principale di questo nuovo numero di Eticala seconda parte dello speciale Etica 50 pubblicato in occasione del decennale della rivista. L'ex presidente descrive così il clima di polarizzazione e populismo che affligge la società spagnola. Ed è che la concezione stessa del Governo, la separazione dei poteri e l'emergenza climatica fanno, ancora oggi, parte del molteplici spigoli di un futuro che è possibile toccare con le dita della mano e che dobbiamo impegnarci a trasformare la realtà al servizio dell'etica e della responsabilità.
La fotografia va però vista nelle molteplici angolazioni offerte dai servizi e dalle interviste protagoniste di questo nuovo numero di Etica. “Tutte le nostre conversazioni contengono informazioni sensibili”, spiega la filosofa Carissa Véliz tra le pagine di questa nuova edizione. Con questa frase, l'insegnante inizia a scomporre la rete e tutto ciò che la circonda. Che valore acquistano le informazioni in un mondo che, pur avendone in abbondanza, non sa che farsene?
Ospitato da decine di esperti, la seconda parte di Etica 50 scompone concetti complessi come potere e responsabilità e analizza realtà come l'ascesa di criptovalutela lotta al cambiamento climatico, il crescente abbandono rurale, i viaggi del turismo spaziale, il flusso del tempo e il prolifico mercato nero della biodiversità. Tutti pezzi di uno stesso mondo che, sempre di più, può essere strano e persino ostile. Non è quindi un caso che Etica apre le sue pagine all'ombra del transumanesimo: come la tecnologia modificherà i nostri corpi e le nostre capacità?
Questo nuovo numero ha la premessa erculea di comprendere il futuro. Così, interviste con Philip Gonzalez, Greta Thunberg, Carissa Veliz si Arthur C. Brooks Tentano di sciogliere il nodo gordiano in cui sono impegnate le società occidentali, caratterizzate oggi dal loro costante disorientamento. Inoltre, Sergio del MolinoDaniel Gascón, Manuel Arias Maldonado, Adela Cortina, Daniel Innerarity, asunción ruizAntonio Gutiérrez-Rubi e Vittorio Lapuente Prestano anche la loro voce – attraverso varie anteprime editoriali e rubriche – per analizzare le principali sfide che dobbiamo affrontare.
" Di Afghanistan si dice ancora che l'operazione sia stata un successo, anche se il paziente è morto. Manca una valutazione critica per non ripetere errori che hanno un altissimo costo umano”, spiega Koldo Echebarria, CEO di Esade, in questo nuovo numero. L'Afghanistan è l'ultimo stato fallito in Oriente, ma potrebbe non essere l'ultimo. Eppure la valutazione critica è proprio ciò che spesso manca alle società occidentali quando cercano di definire il proprio futuro, sia all'interno che all'esterno dei propri confini. Riusciremo, una volta per tutte, ad alzare l'asticella?
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