Cina per punire chi ama i post contro il lockdown

Gli utenti di Internet in Cina saranno puniti per aver apprezzato i post ritenuti illegali o dannosi dal governo, sollevando timori che il regime comunista rafforzerà la presa sui social media come mai prima d’ora.

Il Partito Comunista sta inasprendo la sua regolamentazione del web mentre le autorità intensificano il giro di vite sui post pubblici contro le rigide restrizioni del Paese relative al COVID-19.

Le nuove regole entrano in vigore il 15 dicembre e sono state emanate dalla Cyberspace Administration of China (CAC), presieduta dal dittatore cinese Xi Jinping.

Per la prima volta, i « mi piace » sui post saranno regolamentati dal governo, così come i commenti. Gli account pubblici ora esamineranno attivamente tutti i commenti sui loro post.

proteste in Cina

Negli ultimi giorni, migliaia di persone hanno sfidato il governo cinese e sono scese in piazza per protestare contro la politica di lockdown senza fine e gli incessanti test di massa imposti dal Partito Comunista Cinese (PCC). « Voglio la libertà » è diventato un grido di battaglia per migliaia di cittadini stanchi della censura e del controllo sempre crescenti del regime asiatico.

L’ondata di proteste è guidata principalmente dalle giovani generazioni, alcune delle quali troppo giovani per aver partecipato a precedenti atti di aperto dissenso contro lo Stato cinese. Questo martedì (29), in un attacco repressivo, le autorità hanno iniziato ad aprire indagini contro coloro che erano presenti durante gli atti contro il governo.


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