Verso una nuova etica del lavoro (e del futuro)?

Il lavoro fa indubbiamente parte della nostra vita, ma non esclusivamente: lo è anche essenziale per l'esistenza altri esseri viventi come animali, piante o anche organismi unicellulari. Vivere comporta necessariamente lo svolgimento di compiti diversi che forniscono sostentamento e, allo stesso tempo, facilitano un modo di stare al mondo differenziato nella natura di ogni singolo essere.

L'essere umano non è indifferente a questo processo che ci permette di costruire la civiltà. Tuttavia, la discussione sul ruolo che il lavoro rappresenta oggi non è nuova: dall'antichità alle scienze sociali moderne, abbiamo analizzato il modo di coniugare il tempo libero, la partecipazione alla cosa pubblica e il riposo con l'attività lavorativa. Le nuove sfide ambientali - e il rapido sviluppo delle tecnologie informatiche e della robotica - offriranno un futuro con meno fatica e più tempo per i lavoratori? affari propri e collettivi?

Un periodo di cambiamento (anche lavorativo)

Una delle principali conseguenze che, secondo la maggior parte degli esperti, deve accompagnare qualsiasi cambiamento dell'economia è la riforma del mercato del lavoro. La necessità di ridurre l'uso di alcuni materiali, come la plastica e altri derivati ​​del petrolio, il progressivo abbandono dell'uso di combustibili fossili e le conseguenze di un aumento della domanda di energia imporranno un cambiamento nel coinvolgimento dei lavoratori nella loro attività lavorativa: non c'è bisogno di investire tante ore di lavoro al giornoné una presenza di tanti giorni sul posto di lavoro, per mantenere – o addirittura aumentare – performance e produttività.

Il dipendente è passato da elemento specializzato all'interno di una filiera produttiva a ruolo sempre più trasversale

Proposte come la riduzione della giornata lavorativa a un totale di quattro giorni. In effetti, dopo l'apparente successo di queste proposte in paesi come l'Islanda, alcune aziende e stati hanno già iniziato a sviluppare i loro piani per applicare questa nuova misura per settore. Una strategia che, per non comportare un deterioramento della qualità della vita dei cittadini, deve essere accompagnata fin dall'inizio da una legislazione che impedisca tagli salariali che indeboliscano non solo l'economia individuale e familiare, ma anche quella comune, con un drastico riduzione delle tasse che ne deriverebbe e che indebolirebbe stati assistenzialituttora in vigore ed essenziale per garantire un adeguato tenore di vita a tutti gli strati sociali.

Uno dei fattori essenziali in questo nuova organizzazione del lavoro è il ruolo del lavoratore, che è già mutato negli ultimi decenni. Il lavoratore, oggi, è passato da elemento specializzato all'interno di una filiera produttiva – sia esso dipendente pubblico, operaio o impiegato – a ruolo sempre più trasversale nel contesto imprenditoriale, pubblico e privato. E sebbene nell'ambito del lavoro di questi tempi sia ancora residuale trovare aziende che offrano questo tipo di incentivi, ci sono tutte le indicazioni che diventeranno più comuni, almeno tra le posizioni con maggior carico intellettuale e responsabilità.

Il confinamento dell'attività di lavoro da casa può causare problemi come la rottura della differenziazione tra lavoro e tempo libero

A questo bisogna aggiungere che, accanto al tragico arrivo della pandemia, è sbarcato, odiato e desiderato in egual misura, anche il telelavoro. Dopo millenni in cui l'attività lavorativa era generalmente forgiata fuori casa, evitando epidemie, guerre e disagi di ogni tipo, possiamo arrivare a pesare il fatto di poter lavorare da casa come un piccolo lusso. Tuttavia, il confinamento dell'attività lavorativa da casa può porre problemi come l'esaurimento dei mezzi essenziali differenza tra orario di lavoro e tempo libero e aumento della tensione nella convivenza delle famiglie (e dei vicini). Si possono addirittura subire alcuni abusi da parte dei datori di lavoro, che possono risparmiare risorse strategiche come il consumo di elettricità e la manutenzione degli impianti e, comunque, far pagare i propri dipendenti in cambio del lavoro da casa; ancora una volta è imperativa una vigorosa riforma del lavoro che protegga e garantisca i diritti dei lavoratori.

D'altra parte, le difficoltà di inserire i giovani in posti di lavoro che garantiscano loro retribuzioni di qualità non solo stanno ristagnando l'economia, che dipende inesorabilmente dal livello di accesso ai mercati da parte dei cittadini, ma pregiudicano anche futuri riadattamenti della produzione. Se questi non sono pas des jeunes qui recyclent leurs compétences, élargissent leur training et soient récompensas par une masse salariale leur permettant de contribuer au bien comun, qui le fera? La proposition de retarder l'âge de la retraite ajoute également inutili rischi per la salute di persone che, in molte occasioni, hanno lavorato fin dall'adolescenza, poiché provenivano da un'epoca in cui l'accesso al mondo del lavoro era molto più antico di oggi e dove, inoltre, i mezzi per perseguire un'istruzione, nella maggior parte delle situazioni, erano particolarmente raro. Al di là della discussione etica intorno a tali misure, è logico immaginare che, se il futuro deve appartenere alle generazioni future, sono loro che devono farsi carico di tutti gli aspetti della società quando sarà il momento.

Da "lavoro animale" a "artigiano"

Continueremo ad essere animali da tiro o la concezione del lavoro evolverà verso forme che ci permettano di godere del semplice fatto di vivere?

La domanda che sottende questo panorama della ricomposizione dei rapporti di lavoro è sapere quale ruolo giocheremo in esso e nella società che essi definiscono. Lo saremo ancora animali da tirocondannati ad attività che ci distraggono dalla contemplazione e dal tempo libero, come suggerisce Aristotele in MetafisicoOppure la concezione del lavoro evolverà verso forme che ci concedano più tempo per curare – e per essere curati – e per godere del semplice fatto di vivere?

Sebbene le aspettative generate da un cambiamento del modello produttivo ed economico – oltre che dalla robotizzazione – facciano ben sperare in una nuova forma di redistribuzione della ricchezza, la verità è che l'intervento umano nella forza lavoro rimane essenziale e, come prevedibile, continuerà a essere. È solo attraverso i frutti di a dialogo illustrato tra intellettuali, scienziati, politici, imprenditori e lavoratori, sarà possibile disegnare un mondo di domani dove, oltre a lavorare, avremo abbastanza tempo e serenità mentale per occuparci degli affari di polische non è più solo città e territorio: è anche coscienza, fraternità e umanità.

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