Clara Campoamor e il suffragio femminile: una donna, una voce
Era il 1 ottobre 1931 e il Congresso dei Deputati stava per diventare teatro di una delle più grandi conquiste democratiche della storia della Spagna. Dei 470 posti, 468 erano occupati da giacca e cravatta. Le uniche due voci femminili, quelle di Clara Campoamor e Victoria Kent.
Quella mattina, una si distingueva dalle altre: «Non commettete l'errore storico che non avrete mai tempo di piangere, lasciando le donne, che rappresentano una forza nuova, una forza giovane, ai margini della Repubblica; che era simpatia e sostegno per gli uomini che erano in prigione; che ha sofferto in tanti casi come te, e che aspira, applicando a se stessa la frase di Humboldt che l'unico modo per maturare per l'esercizio della libertà e per renderla accessibile a tutti è camminare".
Dopo un memorabile discorso relegato nell'oblio, la deputata Campoamor riuscì ad avvicinare le donne al posto che le spettava con una percentuale di voti ancora impressionante: 161 contro 131. Alle elezioni del 1933 metà della popolazione fino ad allora ignorata e poté andare alle urne, scheda alla mano.
“Io, onorevoli deputati, mi sento cittadina prima che donna, e ritengo che sarebbe un profondo errore politico lasciare ai margini di questo diritto la donna, la donna che vi aspetta e si fida di voi; alla donna che, come è successo con altre nuove forze della Rivoluzione francese, sarà senza dubbio una nuova forza incorporata nella legge e non c'è altro che spingerla a continuare la sua strada", ha detto Campoamor davanti alle Cortes.
La sua difesa era rivolta sia alla destra più reazionaria sia a settori del suo stesso partito (il Partito radicale di Lerroux) che preferivano rinviare il voto delle donne perché ritenevano che avrebbe danneggiato la causa repubblicana. Anche le posizioni tra Campoamor e Kent (Partito radicale socialista), pur avendo apparentemente molto in comune, si sono scontrate per lo stesso motivo.
Ma Campoamor non ha mai accettato la premessa che il fine giustifichi i mezzi. “Non lasciare che la donna che, se è regressiva, pensi che la sua speranza fosse nella dittatura; non far pensare alla donna, se avanzata, che la sua speranza di uguaglianza risieda nel comunismo. Non commettete questo errore politico, deputati, con gravissime conseguenze. Salvate la Repubblica, aiutate la Repubblica attirandovi e aggiungendovi questa forza che attende con impazienza il momento del suo riscatto", lancia con tenacia colui al quale dobbiamo oggi ringraziare per aver avuto, anche dopo la lunga parentesi operata da Francoismo, non ha messo in discussione il diritto di voto delle donne in Spagna.