Sostenibilità e futuro della tassonomia europea

Il cambiamento climatico ha accelerato la necessità di adottare cambiamenti nell'economia per evitare il superamento dei confini planetari. Negli ultimi anni, aziende di più settori hanno annunciato le loro nuove strategie, scommettendo su una produzione più responsabile e meno dannosa. giudicare il livello di sostenibilità entità diverse possono essere schiaccianti, soprattutto a causa di problemi di misurazione: come misurare l'impatto reale di ciascuna attività economica? E poi, cosa determina se un'attività è sostenibile o meno? Per questo compito, le istituzioni internazionali devono standardizzare i sistemi di misurazione tra i paesi, guidando i governi, i cittadini e gli investitori.

Lo scopo della tassonomia europea è guidare gli investitori, assicurando che il loro contributo abbia un impatto reale

Questi obiettivi hanno portato la Commissione europea a lanciare nel 2019 il Green Deal europeo, noto anche come Affare verde. Il suo sviluppo è stato effettuato al fine di stabilire le strategie che sostengono un'economia europea più sostenibile. Pertanto, il piano affronta diverse linee strategiche che cercano di trasformare le sfide ambientali in opportunità per i diversi attori coinvolti nell'economia. Una di queste strategie si basa su mobilitazione di capitale privato verso investimenti sostenibili, per questo è nata la tassonomia europea: un sistema – ideato da un gruppo di 35 esperti – che serve a classificare diverse attività economiche in termini di sostenibilità. Il suo obiettivo principale è quindi quello di guidare gli investitori, garantendo la certezza che il loro contributo abbia un impatto reale.

Sebbene il regolamento sia entrato in vigore il 12 luglio 2020, non è stato fino a giugno di quest'anno che le società di informazione devono rivelare come – e in che misura – le loro attività sono allineate con la tassonomia europea. In tal senso, le prime informative dovrebbero partire dal 1° gennaio 2022. Secondo la società di consulenza Ramboll, i criteri di selezione sono stati fissati solo per due obiettivi ambientali: adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici. I restanti criteri, relativi all'uso dell'economia circolare, all'uso sostenibile dell'acqua, alla prevenzione dell'inquinamento e al mantenimento di un ecosistema sano, si applicheranno dal 1° gennaio 2023. La tassonomia individua diversi requisiti per dimostrare che un'attività sostenibile : deve contribuire a un'economia carbon neutral, non danneggiare altri obiettivi ambientali e garantire una serie di standard etici, sociali e del lavoro.

Ai fini pratici, la tassonomia ha acquisito importanza essendo incorporata nei criteri inclusi nell'ultimo emendamento alla direttiva 2013/34/UE, nota più informalmente come direttiva sulla comunicazione. non finanziario. Questa direttiva stabilisce il tipo di informazioni che devono essere trasmesse nelle segnalazioni non finanziarie di enti di diversa natura. Concretamente, ciò implica che le imprese interessate debbano dichiarare quale parte del loro fatturato è legata ad attività sostenibili sulla base di criteri tassonomici. In altre parole, non sarà più sufficiente affermare che un'azienda è "verde" senza ulteriori dettagli, che possono essere particolarmente utili per evitare il cosiddetto greenwashing: Non funzionerà più pubblicare slogan vuoti, ora le strategie di marketing devono basarsi su dati oggettivi.

I consumatori beneficeranno di una maggiore trasparenza e le autorità di regolamentazione saranno in grado di attuare quadri di investimento verdi a costi inferiori

Questi strumenti prospettano un orizzonte promettente: un futuro in cui la regolamentazione acceleri l'adattamento dell'economia mediante il riorientamento del capitale privato. Tuttavia, la tassonomia deve affrontare una serie di sfide che potrebbero ostacolarne l'attuazione. In primo luogo, la sua applicazione richiede un'analisi rigorosa da parte degli enti, che può essere molto costoso: Verificare le garanzie sociali e l'assenza di danno non è un compito facile. Da un lato, le multinazionali coprono molti paesi lungo tutta la loro catena di produzione, il che rende estremamente difficile verificare le loro pratiche. Dall'altra parte dello specchio, va ricordato che le piccole imprese generalmente non hanno capitali sufficienti per poterli investire in questo tipo di produzione informativa. Allo stesso tempo, va notato che la misurazione attuale non è precisa e la qualità dei dati è limitata, il che rende difficile la verifica dei criteri. Idealmente, inoltre, le informazioni non finanziarie delle società dovrebbero essere standardizzate e verificate da un agente esterno.

Ma se attuata in modo efficace, gli investitori non saranno i soli a beneficiare della tassonomia: banche e assicurazioni potranno individuare facilmente gli asset verdi, i consumatori beneficeranno di una maggiore trasparenza e le autorità di regolamentazione saranno in grado di implementare nuovi quadri di investimento verdi a costi inferiori. Le aziende avrebbero anche un quadro scientifico affidabile per definire efficacemente i loro settori di attività.

Questi tipi di misure tendono ad evolversi gradualmente, stabilendo prima strumenti volontari e poi diventando vincolanti. Tuttavia, data l'urgenza della lotta al cambiamento climatico, queste disposizioni non dovrebbero richiedere molto tempo per essere attuate, motivo per cui il settore privato sembra già prepararsi. Il mercato finanziario regola l'economia non solo a livello nazionale, ma globale. Qualsiasi misura che reindirizzare i flussi di capitale può essere decisivo.

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