La valuta cinese scende rispetto al dollaro ai minimi dal 2008
La People’s Bank of China (PBoC) ha deciso martedì (25) di fissare il punto di riferimento per lo yuan a 7,1668 per dollaro. Secondo le informazioni di Reuters, si tratta del livello più basso fissato per la valuta cinese dal 15 febbraio 2008, data della crisi finanziaria globale.
La misura adottata dal Paese comunista è l’ennesimo capitolo della pressione che già la moneta subiva di fronte alle incertezze della seconda economia mondiale. Verso le 3:35 [de Brasília], il dollaro è salito a 7,3047 yuan nel mercato onshore ea 7,3349 nel mercato offshore. In entrambi i casi, la valuta si aggirava intorno ai minimi di 15 anni.
La mossa arriva il giorno dopo l’intensa svendita nel mercato azionario del paese. Nonostante alcuni dati indichino una lieve accelerazione economica nella terza metà dell’anno, il regime asiatico risente ancora degli effetti del confinamento durante la pandemia di covid-19. Inoltre, gli investitori hanno espresso apprensione per la conclusione del 20° Congresso del Partito Comunista, che ha concesso a Xi Jinping un terzo mandato.
D’altro canto, l’indebolimento dello yuan è aggravato dal crescente differenziale dei tassi di interesse con gli Stati Uniti, mentre la PBoC mantiene la sua politica monetaria distensiva, in controtendenza propugnata dalla Federal Reserve (Fed, la banca US Central).